25.03.2010 \\ 07.05.2010
Ti scrivo tutto questo da un altro mondo, un mondo di apparenze. In qualche modo i due mondi comunicano tra di loro. La memoria è per l’uno quello che la storia è per l’altro: un’impossibilità.
Avrò passato tutta la mia vita provando a capire la funzione del ricordo, che non è il contrario della dimenticanza, piuttosto il suo rivestimento.
[Chris Marker, Sans Soleil, 1983]
Il 25 Marzo, dalle ore 19, inaugura alla Fondazione Morra Greco una mostra di Özlem Altin e Carlotta Sennato, che presenteranno i lavori prodotti durante la loro residenza nel mese di febbraio.
Untitled (Atlas) è il titolo della mostra che chiude la residenza di un mese di Özlem Altin e Carlotta Sennato presso gli spazi della Fondazione Morra Greco di Napoli.
Untitled (Atlas) ha come punto di partenza una riflessione sull’immagine e sulla memoria, sullo spazio del Palazzo Caracciolo di Avellino in relazione alla possibilità di raccontarne e interpretarne il carattere e le suggestioni. Raccoglie un insieme sfumato di immagini, costruisce un atlante regolato da rimandi interni, in cui le forme abitano un’area indefinita.
I lavori delle artiste riflettono il limite tra rappresentazione e non rappresentazione, visibilità e invisibilità. Indagano inoltre le idee di ritrovamento e sparizione, costruzione e conservazione della memoria a partire da uno spazio ambiguo, la cui storia sfuma in una collocazione temporale incerta: tra il passato di palazzo aristocratico e il presente di edificio decadente, permeabile e puntellato, dove ha sede la Fondazione per l’arte contemporanea. Da un piano all’altro del palazzo, negli appartamenti, per le scale e negli spazi espositivi, ogni traccia è un elemento intermedio che non è vero né falso, è una possibilità e allo stesso tempo un’incertezza: ciò che perdura a fronte di una scomparsa. Ogni traccia evoca dunque una memoria che si produce in uno spazio delimitato dall’oblio.
Carlotta Sennato ha sviluppato un progetto fotografico speciale negli appartamenti del piano nobile del Palazzo Caracciolo di Avellino. La grande quantità di materiale visivo che l’artista ha raccolto in questi ambienti sarà presentato in un album fotografico, un video e alcuni elementi installativi. Il titolo del progetto è Die Hingehaltenheit che fa riferimento a un concetto mutuato da Heidegger, e traducibile con ‘essere-tenuti-in sospeso’. Nella sequenza iniziale del film L’Année Dernière a Marienbad (1961) del regista francese Alain Resnais, la camera attraversa le stanze di un lussuoso albergo, inquadrando dal basso i soffitti, i lampadari, gli stucchi, indugiando sui decori e sulle porte, in uno spazio in cui non è il corpo a cercare di orientarsi, piuttosto l’occhio e la memoria. Nelle fotografie di Carlotta Sennato emerge un interesse affine per le superfici, i dettagli aleatori, le porzioni di spazio catturate da prospettive e punti di vista inaspettati. In queste stanze, l’artista ha cercato segni di diversa entità che rivelano l’intreccio di percorsi temporali e piani di realtà diversi. Lo spazio del palazzo, oggi inagibile, conserva ancora evidenti tracce delle antiche decorazioni, accanto a quelle lasciate dal più recente passato, e testimonia in maniera chiara la promiscuità tra la vita e la storia, la bellezza, la putredine e l’abbandono.
Tutte le immagini Courtesy Fondazione Morra Greco, Napoli
©Danilo Donzelli