28.10.2010 \\ 18.03.2011
Casio Pay è un’installazione di Cezary Bodzianowski che occupa il primo piano della Fondazione Morra Greco e che consiste in un monitor e una proiezione posizionati nelle due stanze alle estremità del piano. I video documentano una serie di gesti e piccole azioni che l’artista ha svolto rispettivamente negli spazi della Fondazione e nelle strade della città di Napoli. Il monitor e la proiezione funzionano come i poli opposti di un magnete e definiscono i confini di uno spazio attraversato da tensioni ed energie, in cui il movimento fluisce naturalmente e senza soluzione di continuità dall’interno del palazzo verso l’esterno.
Per l’invito l’artista ha scelto l’immagine di una mano che tiene nel palmo un orologio da tasca. L’orologio è chiuso ma è decorato con l’immagine di un uomo in motocicletta. Il titolo è un gioco di parole che associa ironicamente la popolare marca di orologi al termine inglese ‘pay’, pagare. L’artista richiama la nostra attenzione sul fatto che siamo soggetti al ritmo e alla velocità impostici da convenzioni esterne. La frenesia caratterizza il nostro uso del tempo, è associata alla resa produttiva e ad una concezione economica del tempo a nostra disposizione, da cui deriva la condanna della sua ‘perdita’. Ma cosa è o cosa significa esattamente ‘perdere tempo’? E chi paga per il tempo che perdiamo? É forse il ‘tempo perso’ quello che viene sottratto all’attività produttiva o alla routine? Ma in questo caso, la perdita, non rappresenta forse una riconquista, un riappropriarsi di quello stesso tempo in altra forma, piuttosto che il contrario? Nelle sue azioni al limite dell’assurdo, Bodzianowski considera il tempo come una materia flessibile, che può essere continuamente manipolata, spostata, sottratta a una data situazione e trasformata in qualcos’altro.
In ognuna delle azioni documentate in mostra, l’artista formula diverse possibilità di contare il tempo attraverso i movimenti più semplici. Le stanze, comprese tra il monitor e la proiezione in mostra, rappresentano un vuoto, una disponibilità di spazio e di tempo che il pubblico può a sua volta riempire. Partendo dalla considerazione che ci muoviamo in una realtà assoggettata a un’idea rigida e convenzionale di tempo, l’artista suggerisce di contro la possibilità, se non la necessità, di uno sviluppo parallelo di realtà, scandite da un ritmo altro, più impreciso e aperto.
Tutte le immagini Courtesy Fondazione Morra Greco, Napoli
© Danilo Donzelli