Hybrid Naples: l’ordine delle idee deve procedere secondo l’ordine delle cose

Shana Moulton
a cura di Jörg Heiser

 

Nell’ambito di Progetto XXI

04.04.2013 \\ 07.06.2013

La Fondazione Morra Greco è lieta di presentare i nuovi progetti personali di Max Frisinger (Berlino) e Shana Moulton (New York), i primi di una serie di mostre intitolate Hybrid Naples: l’ordine delle idee deve procedere secondo l’ordine delle cose.

Il titolo del ciclo sgorga da una riflessione sulla città di Napoli come monumento continuamente ricostruito fino al raggiungimento di una forma totalmente ibrida. “La città aperta è come Napoli, la città chiusa è come Francoforte”, ha scritto Richard Sennett nel 2006. Qui Napoli è intesa come una città in continuo mutamento, in cui il processo di adattamento deriva dalla capacità d’improvvisazione dei suoi abitanti, accogliente nei confronti della diversità e della dissonanza (nel bene e nel male) piuttosto che ad un’omologazione sovradeterminata. Oltre alla raffigurazione dello stato attuale delle cose, l’idea di una Napoli ‘aperta’ e ibrida deriva dai suoi ultimi 3000 anni di storia: un luogo dove greci, etruschi, romani, spagnoli, tedeschi, olandesi, e molti alti altri hanno lasciato il loro segno.
Come realtà culturale e tecnologica, l’ibridità – ossia l’incrocio e la mescolanza di influenze e di elementi culturali diversi – è diventata un fenomeno fortemente accelerato dai progressi contemporanei, che spaziano dall’importanza delle comunicazioni sociali fino all’uso della tecnologia digitale e la sua accessibilità da parte degli artisti. L’attuale concetto di ibridità incide in maniera immediata sulla nostra percezione dell’arte contemporanea, che potenzialmente potrebbe essere qualunque cosa. Tuttavia, l’ampiezza di metodi e di motivi a cui sono aperti gli artisti di oggi non va considerata come pura casualità. Questo concetto viene ribadito dal sottotitolo della mostra: “l’ordine delle idee deve seguire l’ordine delle cose”. Si tratta di una citazione del grande filosofo napoletano Giambattista Vico (1668-1744), tratta dalla sua opera principale, Scienza nuova (1725), in cui sostiene che la civiltà si sviluppa in cicli ricorrenti. L’assioma “l’ordine delle idee deve seguire l’ordine delle cose” ci chiede di considerare il fatto che la nostra esperienza comune dà origine a idee condivise, piuttosto che il contrario (un’anticipazione del famoso detto di Karl Marx, “l’essere determina la coscienza”).

Partire da questa riflessione come spunto per la serie di mostre in corso, significa affermare che le idee espresse dagli artisti nei loro rispettivi progetti deriva indissolubilmente dalla loro esperienza di vita e dal suo riflesso nei processi cognitivi – al contrario dell’emersione di idee che siano state concepite in precedenza in modo casuale e calate dall’alto sul luogo, o che siano semplicemente gli esiti di istruzioni prescrittive impartite da un curatore che richiede una rappresentazione dell’ibridità.

La prima doppia personale di Max Frisinger e Shana Moulton è la dimostrazione di quanto detto. Entrambi gli artisti lavorano con una quantità di metodi e motivi, in cui il loro “ordine delle idee” segue chiaramente “l’ordine delle cose” – anche se questo ordine è inusuale o eccentrico.

Mentre le installazioni di Max Frisinger occuperanno il primo piano della Fondazione, le proiezioni video e le sculture di Shana Moulton saranno esposti al piano inferiore.

La californiana Shana Moulton , che vive e lavora a New York, da molti anni realizza video e performance che si basano sulla rappresentazione del suo alter ego Cynthia. Cynthia può essere considerata contemporaneamente come il suo super ego ed il suo inconscio: l’espressione comica eppure sinceramente malinconica dei suoi ‘desideri nascosti’ insieme al riflesso delle norme omologanti della cultura che la condizionano. Cynthia, come dice l’artista, “sono io in bagno; sono io mentre mi preoccupo di invecchiare, sono io quando guardo una rivista di bellezza.” Per sviluppare questo suo personaggio/alter ego, la Moulton esplora la superficialità della cultura popolare globalizzata, in particolare le insolite bizzarrie della vita quotidiana, così come lo stile di vita esoticizzante della New Age, i dispositivi di bellezza o la decorazione d’interni. Che si tratti di campanelli eolici, di vestiti disegnati male, o di dozzinali riprese che mostrano gli effetti digitali dei suoi video, niente di ciò che viene venduto nella speranza di aumentare il nostro benessere sopravvive  all’arido adattamento della Moulton. Il suo lavoro è spiritoso ma la sua comicità è disturbante, in linea con quella dei grandi cabarettisti americani. Proprio come loro, riesce con profondità a descrivere la realtà della nostra vita attuale, in cui ibridi culturali improbabili vengono sfornati ogni minuto.
A Napoli, la Moulton presenta, accanto a diversi oggetti scultorei di uso comune, nuove proiezioni video tra cui Swisspers (2013), che rappresenta Cynthia che si strucca fino a scavare la  propria pelle utilizzando un prodotto di bellezza chiamato Swisspers mentre pratica l’ASMR (Risposta Autonoma Sensoriale Meridiana), sussurrando o parlando con una voce suadente per indurre una sensazione di formicolio nella testa e nel collo dello spettatore. L’ASMR è diventato un fenomeno in rete, con migliaia di seguaci che pubblicano video su YouTube dove ricevono milioni di contatti.

A partire dalla prima parte di Hybrid Naples, la serie di mostre divisa in quattro appuntamenti, che propone otto nuovi progetti personali pure essendo ognuna concepita come proposta singolare, dovrebbe creare ampie risonanze e alcune connessioni molto strette in relazione al contesto della Fondazione e della città, insieme alla cultura della comunicazione digitalizzata e allo scambio di merci e persone che la collega al resto del mondo.
Così l’obiettivo del progetto è di per sé di carattere ibrido: né mostre individuali né collettive, né un progetto ‘prescrittivo’ curatoriale a tema, né la successione ‘casuale’ di singoli progetti, Hybrid Naples cerca di offrire un modello diverso del modo in cui l’arte può essere percepita e può produrre significati senza essere necessariamente illustrativa.

 

 

Tutte le immagini Courtesy Fondazione Morra Greco, Napoli
© Amedeo Benestante