The Portrait of the Artist as Torquato Tasso & the Stairs for the Servants

Susanne M. Winterling
a cura di Gigiotto Del Vecchio

30.10.2009 \\ 26.02.2010

Alla base del lavoro della tedesca Susanne M. Winterling (Rehau, Germania, 1970) vi è la necessità di elaborare, così come lei stessa ha dichiarato in una recente intervista, delle autobiografie impossibili, in cui si pone al centro la vita dell’artista ed il suo essere personalità doppia e mutevole, in associazione con figure ed evocazioni che possano sviluppare un percorso parallelo di comprensione e di analisi della figura della Winterling stessa. In passato, l’artista si è confrontata con personaggi diversi, icone femminili anticonformiste degli anni venti quali Isadora Duncan, Annemarie Schwarzenbach, la Marchesa Casati o Eileen Gray – quest’ultima è il soggetto da cui ha preso forma la riflessione fulcro dell’installazione, alla Neunationalegalerie di Mies Van Der Rohe, in occasione dell’ultima Biennale di Berlino. Un approccio di natura certamente umanistica, conseguenza degli studi in filosofia e storia dell’arte nella prestigiosa Università di Tubingen, che portano la Winterling a spingersi in un continuo tentativo di analisi dell’immagine riflessa, in cui la visione allo specchio è l’elemento chiave di lettura e comprensione della mutevolezza e fluidità dei diversi aspetti della personalità.

Ma non è solo con la figura femminile che Susanne Winterling si confronta: nel progetto per la Fondazione Morra Greco, la figura di Torquato Tasso è il motore che fa partire il lavoro e la riflessione dell’artista, in rapporto ad un’idea che assimila al concetto di spazio quello dell’identità. Ma questo ha una ragione: molti dei protagonisti di Torquato Tasso sono stati interpretati sul palco da donne androgine (Isabella Andreini ha recitato in Aminta). Un’altra questione sollevata nel rimando a Torquato Tasso è l’autonomia dell’artista e le sue problematiche. Il concetto può essere interpretato dalla figura contemporanea di Joker. Associazione, questa, che in mostra culmina nel suono di una tempesta.

Ma elemento noto nell’opera del Tasso è anche il rapporto dialettico tra amore e malinconia, peculiarità che riconduce al campo di interesse e di azione poetica attorno cui la Winterling sviluppa il processo artistico e la definizione intellettuale del proprio lavoro. Attraverso un’installazione di film in 16 mm, un pavimento specchiante, una serie di stampe fotografiche ed un lungo tappeto rosso – (il rimando al red carpet cinematografico è evidente) che scivolerà dal piano terra al piano interrato della Fondazione, in riferimento ad un altro elemento architettonico dell’edificio: il passaggio segreto per la servitù (le scale che portano al seminterrato), ora trasformato dal tappeto, caratteristico elemento glamour per le star del cinema – si articolerà un possibile scenario che partirà da elementi storici legati alla figura di Torquato Tasso, e più precisamente sugli anni in cui egli visse nel Palazzo Caracciolo d’Avellino, oggi sede della Fondazione Morra Greco.

In The Portrait of the Artist as Torquato Tasso & the Stairs for the Servants, questo il titolo della mostra, la Winterling propone la sua particolare visione dei personaggi letterari, attraverso la lettura dei quali si può, in un certo senso, tracciare un identikit dell’artista in quanto tale e suggerire che nelle peculiarità soggettive del personaggio si strutturano elementi oggettivi che si distaccano dalla biografia in favore dell’opera, dell’arte e dei suoi aspetti formali che si intrecciano con il contesto.

 

 

Tutte le immagini Courtesy Fondazione Morra Greco, Napoli
© Danilo Donzelli