10.10.2008 \\ 06.01.2009
Sven Johne (Bergen-Island Rügen, 1976, vive e lavora a Lipsia, Germania) opera con una modalità sospesa a metà tra ricerca antropologica e narrazione di luoghi. La strategia interpretativa dell’artista tedesco si è in particolar modo concentrata a indagare storie dimenticate della Germania orientale, mediante un approccio che coniuga in modo indissolubile tra loro realismo e finzione, cronaca e immaginario. I lavori in mostra testimoniano tale capacità narrativa focalizzando in particolar modo un tema classico all’interno della letteratura occidentale, quello del mare e dell’oceano, interpretati come canoni simbolici di smarrimento, di timore e di meraviglia.
In Vinta (2004) l’artista racconta per mezzo di testi e scatti fotografici, i misteri dell’isola di Vinta nel Mar Baltico tedesco, divenuta sede tra il 1922 e il 1992 di una molteplicità di esperimenti, ricerche e operazioni artistiche ad opera di diverse persone tutte rivelatesi fallimentari e segnate da un comune destino di tragico e fatale insuccesso.
Ship Cancellation (2004) è frutto di una ricerca accurata che racconta le vicende dimenticate di navi da trasporto affondate negli oceani di tutti i continenti dal XIX e del XXI secolo. Johne accompagna i testi con la riproduzione fotografica del preciso tratto oceanico nel quale ciascuna nave è affondata, dando indicazione delle misure di latitudine e longitudine dove hanno avuto luogo le sparizioni delle navi.
Wachwechsel (2004) riporta le immagini fotografiche di navi cargo e moderni vascelli da trasporto colpiti dal crimine della pirateria organizzata, che agisce nottetempo, annientando il controllo degli equipaggi per impossessarsi del controllo delle imbarcazioni.
Seefarers Discoveries of Our Time (2008), nuova produzione realizzata dall’artista per la Fondazione Morra Greco, è la mappatura di diverse cartine nautiche tracciate da giovani marinai professionisti per l’orientamento in mare. L’artista le ha riunite in una composizione dove non compare mai la terra, ma solo una successione ininterrotta di diversi spazi marittimi. L’opera diventa così la cartografia di un territorio ignoto, sospeso tra realtà e irrealtà, dove le indicazioni tipologiche di mari e oceani creano una suggestione fluttuante tra meraviglia e timore, sublime e catastrofico.
Tutte le immagini Courtesy Fondazione Morra Greco, Napoli
© Danilo Donzelli