08.03.2008 \\ 02.05.2008
Il lavoro di Tue Greenfort pone una serie di questioni a proposito delle dinamiche culturali ed economiche che riguardano e condizionano la relazione tra l’uomo e il suo ambiente, collocandosi nel solco del criticismo europeo di matrice illuminista.
Lontani dall’attivismo ambientalista, i lavori di Tue Greenfort sono modelli critici pensati per farci porre domande, dirette e misurate. L’humor filosofico, in molte delle sue installazioni, si dirige verso una forma di acuta e scrupolosa speculazione, vicina alla tradizione dell’arte concettuale, e mira a demistificare le strategie economiche e politiche messe in campo nell’attuale società globalizzata. Nel lavoro di Greenfort, l’ambiente naturale non è considerato un sistema chiuso e pacifico, da traslare ingenuamente in una dimensione idilliaca per via dello sfruttamento dell’uomo, ma piuttosto un regno colmo di contrasti, di forze biologiche e politiche le cui componenti essenziali devono essere verificate e analizzate.
La mostra The Foundation è strutturata come un’unità enciclopedica in quattro sezioni. Il progetto concepito da Greenfort per la Fondazione Morra Greco prende la forma di una riflessione di contesto, basata sul suo soggiorno a Napoli. Punto di partenza dell’artista è l’esplorazione dell’idea di ‘fondazione’ come ipotesi di produzione culturale. Per la mostra, Greenfort ha scomposto questo particolare modello istituzionale nelle sue specifiche possibilità strutturali, sviluppando il lavoro in forma di analisi critica. La sua analisi delle dinamiche geografiche e sociali del territorio dà vita ad una sorta di interpretazione antropologica, che insiste tra il globale e il locale, tra Napoli, quale entità autonoma, e le attuali questioni politiche ed economiche internazionali.
L’installazione sonora Il Canto delle Sirene (2008) ha trasformato il basamento della Fondazione in uno spazio metafisico avvolto nel mistero. Quest’opera, che riproduce il suono delle onde che si infrangono sugli scogli di Napoli, investe lo spazio dell’affascinante e pericoloso spirito delle sirene, ancestrali archetipi in grado di riportare in vita la storia naturale e mitologica del golfo di Napoli.
Nello spazio attiguo, sullo stesso piano, il video I Cani del Sindaco (2008), che include close-up di branchi di cani randagi che vagano per le strade della città e nelle aree rurali dei dintorni. La carica elusiva e poetica di questo lavoro vede Greenfort rivolgersi alla complessa natura metaforica di Napoli, quale habitat intersecato da differenti livelli ambientali, ecologici e sociali.
Nascosto nel buio, Condensazione (2008), un deumidificatore che, perennemente in uso, trasforma l’alta concentrazione di umidità dell’aria in acqua. Questa, chimicamente imbevibile, è successivamente posta in comuni bottiglie, utilizzate da aziende che commercializzano acqua minerale. Attraverso quest’opera, Greenfort innesca un processo di radicale alterazione, mutando il ‘bevibile’ in ‘imbevibile’. Inverte, pertanto, le strategie di mercato globali, spostando l’attenzione sull’imbottigliamento industriale dell’acqua, evidenziando il fatto che la privatizzazione di una risorsa naturale è in allarmante crescita per mano di aziende multinazionali.
L’opera centrale, al piano terra, è Lampada Taraxacum Modificata (2008), una creazione del famoso designer italiano Achille Castiglioni, che Greenfort ha rimaneggiato ed elaborato utilizzando lampadine prodotte dall’azienda danese RGB. Queste lampadine a risparmio energetico producono una luce neutra e chiara, simile a quella naturale: la Taraxacum, adesso, funziona tramite energia pulita, generata dai pannelli solari montati all’esterno del palazzo, illuminando così la natura anti-ideologica del design radicale italiano, e invitandoci a confrontare natura e cultura, oggetti industriali e sostenibilità ambientale.
L’idea di ‘residenza’ permea l’essenza dell’intera mostra. Nelle stanze successive troviamo Microenvironment (2008), una stanza abitabile, dotata di molti comfort. La stanza è stata costruita utilizzando mobili riassemblati dall’artista durante il suo soggiorno. Su di essi, Greenfort ha innestato elementi recuperati da una installazione di Gregor Schneider, precedentemente in mostra alla Fondazione. Non un esempio di archeologia del presente, questa stanza esplora e sperimenta, piuttosto, modi attraverso cui sviluppare il futuro della Fondazione, quale area transitoria per gli artisti e luogo di permanente interazione con la vita sociale della città. La piccola biblioteca di libri per bambini, enciclopedie e cataloghi, acquistati in bancarelle di libri disseminate in città e ora resi disponibili al pubblico, rafforza ulteriormente l’ideale umanistico dell’istallazione, che diviene sintesi del distintivo approccio critico che l’artista ha ingaggiato nella realizzazione della mostra.
Tutte le immagini Courtesy Fondazione Morra Greco, Napoli
© Danilo Donzelli