Apparère

Yorgos Sapountzis
a cura di Francesca Boenzi

01.04.2011 \\ 04.06.2011

Il 1 aprile 2011 alle ore 19 l’artista greco Yorgos Sapountzis presenta Apparère, un progetto realizzato durante la residenza presso la Fondazione Morra Greco. Apparère comprende un’installazione e una performance che si terrà alle ore 20. La performance è il risultato di un workshop che l’artista ha svolto negli spazi della Fondazione, insieme a un gruppo di studenti* dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

L’installazione site specific Apparère, nel basement di Palazzo Caracciolo di Avellino, esplora il momento in cui i corpi e le cose si rivelano. L’artista ha costruito dodici strutture espositive, ricoperte di tessuti con colori primari. L’illuminazione dell’ambiente proviene da tre lampade a gas. Le strutture ricordano quelle molto comuni nei mercati o nelle strade della città ma l’artista ne modifica le proporzioni, riproducendo quelle del corpo umano in dodici diverse posizioni. Lo spazio espositivo diventa un’agorà, un mercato, o un teatro, un luogo dunque in cui si attende che qualcosa sia presentato, rappresentato o svelato. Nello stesso spazio vi sono alcune sculture realizzate con tubi metallici, stoffe e contenitori di alimenti. Queste figure creano una nuova misura nello spazio, cercano un contatto con il desiderio umano per i prodotti e il suo bisogno di proiettarsi e riflettersi. La performance esplora infine l’apparire del corpo nello spazio pubblico e il suo uso, oltre che le modalità di condivisione e interazione tra individui che rendono possibile un reciproco appagamento.

La pratica di Yorgos Sapountzis combina media diversi, analizza il ruolo della scultura, le strutture dello spazio pubblico, il rapporto tra il nostro corpo, la visione e lo spazio. La tensione tra ordine e disordine è un elemento centrale nel suo lavoro. La confusione è un metodo, il processo che rende possibili le sorprese e gli incontri casuali che non si verificherebbero se avessimo a disposizione un campo di azione dai confini rigidi. Le installazioni così come le performance sospese tra la confusione del momento creativo e la formalizzazione di un nuovo ordine, celebrano dunque le coincidenze dell’improvvisazione. Lo spazio in cui si collocano è difficile da definire, liminale, ibrido, aperto. La sua pratica è tangente: sfiora il teatro, la poesia, alcune forme di ritualità.

* Gennaro Schiano, Paola Raimondo, Francesca Mozzillo, Marino Sasso, Efthalia Kerouli, Chiara Giandomenico, Pasquale Aapuca, Viola Basile, Tommaso Caruso, Paolo Incarnato. Si ringrazia il Prof. Pasquale Pennacchio per la collaborazione.

 

 

Tutte le immagini Courtesy Fondazione Morra Greco, Napoli
© Danilo Donzelli