Laure Prouvost

Polpomotorino
A cura di Francesca Boenzi
 
Nell'ambito di Progetto XXI

11042014 \\ 24052014

Frutto di una riflessione e una produzione che Laure Prouvost ha avviato alla fine del 2011, in occasione di una residenza d’artista a Napoli e durante visite successive, la mostra Polpomotorino ha come motivo centrale il carattere tentacolare e irriducibile della città partenopea.

Durante il suo soggiorno, Laure Prouvost ha osservato la città e la sua corporeità; ha filmato le strade, di giorno e di notte, le dinamiche sociali, i rituali che vi hanno luogo. Ha registrato il ritmo incessante e concitato della vita, i rumori assordanti, l’aria salmastra del mare e quella malsana dei vicoli. Ha interpretato la tradizione artistica e storica e il complesso intreccio di bellezza e decadenza, nobiltà e violenza.

Le sensazioni divergenti di questa esplorazione sono confluite in una mostra che ha la struttura frammentaria, la tensione espressiva e la densità sinestetica di un testo poetico. Il centro di Polpomotorino è costituito da una grande scultura ottenuta con l’assemblaggio di diverse parti di vecchi motorini. La contraddistingue un carattere ambiguo, allo stesso tempo monumentale e giocoso: simile a un obelisco, sembra una giostra, un cactus, ricorda alcune fontane delle piazze cittadine. Questa scultura è parte di una grande video installazione che porta la strada nei sotterranei della Fondazione Morra Greco. La mostra include inoltre una serie di lavori più piccoli e una video proiezione. Polpomotorino è caratterizzata dai toni stridenti e dal sapore aspro e metallico dei lamponi, da vivi contrasti di luce e ombra; è attraversata da un’energia selvaggia e sensuale. Mette in scena un gioco di riflessi e rispecchiamenti con la vita, confonde lo spettatore, nasconde e rivela, aggredisce, abbaglia e sorprende.

La ricerca di Laure Prouvost si basa sul tentativo di superare i limiti e le specificità dei linguaggi e riuscire ad articolare, in una narrazione non lineare, i complessi intrecci di sensazioni immateriali e fisiche. Il suo lavoro indaga gli slittamenti tra realtà e finzione, i limiti della comunicazione, dell’interpretazione e del significato, le potenzialità del fraintendimento e dell’errore. I suoi video, caratterizzati dal montaggio molto veloce di immagini e suoni e intervallati da testi spesso diretti allo spettatore, sono in genere inseriti in grandi installazioni in cui l’artista combina linguaggi molteplici – dalla scultura, alla pittura, al disegno, ai collage, alla performance – nel tentativo di afferrare la fisicità del reale e tradurla in un’esperienza artistica ugualmente complessa.

 

 

Tutte le immagini Courtesy Fondazione Morra Greco, Napoli
© Amedeo Benestante